domenica, giugno 26, 2011

I Canti della Presa




I.
Quell'altro corvo
ha una faccia
di lividi neri
si lascia avvicinare
solo se azzardi ad indovinare
a che ora si è dato per la comunione
o l'ultima scopata domenicale
con chi non importa.

II.
Ho pensato l'altra sera
di farla finita
si trova sempre
un modo per ammazzarsi
ho pensato di avvelenarmi
ma non avevo niente in casa
e a me non sono mai morti
madri padri
ho pensato di farmi fuori
strozzandomi in un tappeto
ma poi la mia mente si dilatava
come le narici di un pauroso
allora ho mollato tutto.

III.
Siamo camere in affitto
affitto ad ore
arrivano i clienti
alcuni si siedono
su quella poltrona andata
e basta ed è abbastanza
altri osservano intorno
toccandosi i genitali sudati
calandoli nel palmo
della mano insaponata
queste camere - otto camere
le porte si chiudono meglio
con una sedia ed un tavolo dietro
bisogna guardare le meraviglie
che il mondo ci riserva
dal di dentro
ascoltando un disco del 1971
con J.L. Hooker e dell'Old Overholt.

IV.
Per oggi nessun morto ammazzato
nel mio quartiere
anche se devo smettere la vita
che ho sempre e abbiamo fatto
e neanche so dire
che sono incinta di te
prendimi lo smalto
se non lo trovi
scendi per le strade
e dì al negoziante
che mi ami.

V.
Dove sono
i miei criminali stanotte
quale portone sono andati ad infamare
dove sono i miei sorprendenti fetenti
a cui ho dato
la mia parola
la mia conoscenza
dove sono gli azzannatori
che sfondano le vetrine
e fanno saltare le porte
staranno fino a tardi
fino a tardi a lamentarsi
di colui che li ha traviati
tutto è rosso
lungo questo territorio
il resto è inevitabile.

VI.
Davanti alla ressa
del mio peccato orribile
ho proseguito lento
con la mia testa
le mie propaggini meccaniche
tre olivetti un'antares
una per terra
una sul tavolo della cucina
l'ultima arrivata sopra un mobile
ho aggirato quartieri
per arrivare alle quattro bimbe.

VII.
Brano per brano
lungo la scala
di carne essiccata
terribilmente invecchiata
prima del tempo
per la compassione di qualcosa di dolce
tutti chiedono
quand'è che torni
quand'è che ti ci metti
ti danni inutilmente
per quel cristo morto indenne
quand'è che scendi per scrivere
per ripetere
ALCUNE VOLTE
VENGONO ATTRAVERSO IL DESERTO
ALTRE VOLTE
te li trovi davanti.

VIII.
Quella casa
è stata in piedi
per vecchie prese di posizione
oramai anti-consuetudinarie
la colla tra le assi delle pareti
inghiotte le tacche
delle persone passate
tra queste assi grattate
dai mobili usati
di chi ci è andato a vivere
non per scelta
i pozzi intorno
a quella casa
sono floridi ed inavvicinabili
la vegetazione potata e rimaneggiata
fatta partecipe dell'assenza
che il potere dell'uomo sa truccare.

IX.
Si sono seduti
attorno alle nostre case
hanno preso a bere
dalle loro fiasche
dopo quando dicevano
di aver visto
'il pianto degli animali'
hanno preso a toccarci.

X.
Ci hanno portate
nel "posto"
hanno iniziato a prenderci
sulle ginocchia
a quattro anni
io e mia sorella
stavamo intorno
al pozzo del terreno
poi gli anni sono passati
e mia sorella passava
le giornate nei campi
stando in acido
tutte le ore del giorno
a me chiamavano maschiaccio
mi dicevano che avevo
il didietro sodo
ma non mi sono mai abituata
a lavorare nel "posto".

XI.
Nero è il mio pensiero
scuro il mio sapere
pesante il mio passo
& il mio passato.









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