giovedì, marzo 31, 2011
Qoelet Blues Rivisto
I:
Sei un cerbiatto
che mette male le zampe
non ricordi i voti voluti
per farti sacra
dioniso si è dato
a forti elucubrazioni alcooliche
non hai retto alla domanda
né al suo indovino
il tuo piccolo corpo
nelle terre disabitate
non potendo toglierti la tunica battesimale
hai aperto una cucitura del palato
ed hai parlato
con in pancia una sacca
Eco dirà di non essere
mai stata sentita
per il cavo del timpano deformato.
Da Qoelet Blues
I:
Strano vederti qui
ad un parco di N.B.
la gente approfondisce
le zazzere intellettuali
gesticolando
strano vederti qui
con una birra in mano
che occhieggia
affabile morbido
suolo californiano
mentre le narici mi s'impregnano
della mistica del tuo sesso
tutt'intorno famiglie banchetti
cibarie succulente & grande autocontrollo
pentagrammi di catrame
accartocciati fino a Filbert
note di luglio
al jazz festival
mi sdraio
strano saperti lontana
altromondo.
Da Qoelet Blues
mercoledì, marzo 30, 2011
Recensione da "Il Tempo", agosto 2009
Racconti«Qoelet blues», la mente è la bocca dei personaggi
UNA PAROLA ESPRIME L'ESISTENZA
«In principio era il Verbo».
Si potrebbe sintetizzare così «Qoelet Blues» opera prima del ventottenne Niccolò Alberici tra pochi giorni in libreria. Più di 220 pezzi, o blues, dove protagonista è la parola come «genesi» del racconto di ogni personaggio.
«Volevo creare una singola unità linguistica, un morfema da trascinare in ogni parte del libro espresso dalle bocche delle menti delle persone che narrano», spiega l'autore. In calce al libro quattro atti recitativi, che l'autore definisce veri e propri «radiodrammi».
Il più significativo è l'ultimo: Famiglia Gurskij nato da un'esperienza personale di Alberici. Un viaggio ad Amsterdam e il racconto di una donna, all'epoca ragazzina, che ha visto portar via la famiglia di ebrei che le viveva accanto dai nazisti. Una collaborazionista forse che con le sue parole esprimeva «la pena provata da una persona dalla libera e giusta coscienza che si è trovata a compiere qualcosa di orribile, indicibile, non facilmente ricordabile, ma che nei fatti della realtà di questo mondo ha avuto luogo», spiega. L'esempio più significativo di ciò che è «sembratoscomparso», ma in quanto reale porta con sé il significiato di un'intera esistenza.
La scrittura per Alberici è proprio questa: non passione, ma esistenza, «un atto che si tinge di estremo».
Dai Blues dell'Anima RossA
Dai Blues dell'Anima RossA
Dai Blues dell'Anima RossA
martedì, marzo 29, 2011
lunedì, marzo 28, 2011
domenica, marzo 27, 2011
Da "On the road" - J. Kerouac's incipit
Desire
- Hurricane - 8:33
- Isis – 6:58
- Mozambique - 3:00
- One More Cup of Coffee (Valley Below) - 3:43
- Oh, Sister - 4:05
- Joey – 11:05
- Romance in Durango – 5:50
- Black Diamond Bay – 7:30
- Sara – 5:29 -