domenica, marzo 13, 2016

La Famiglia Klimcko,3





Da quella scena nel vialetto non ebbi più modo di vedere alcun membro della famiglia Klimcko. Non ebbi più notizie "visive". Una notte mentre armeggiavo con un coltello ed una lattina di birra tanto per torturarla, udii una sorta di tonfo, di boato soppresso e immediatamente dopo vidi il riflesso di una luce incandescente spargersi, illuminando a giorno la mia cabina. Non era un'allucinazione. Già da una settimana mi stavo dando una ripulita per presentarmi in uno stato decente, almeno passabile, ad un colloquio di lavoro che avevo ottenuto per lo stand della rete ferroviaria presso il centro commerciale. Da quanto avevo capito al telefono si trattava di dare informazioni sulle direzioni e sugli orari dei treni del nuovo ramo ferroviario che collegava tutta la regione. Inoltre se del caso, avrei potuto dare ai clienti una brochure. Mi limitavo a sole due birre al giorno, e nessuno superalcolico o roba peggiore. Stavo bevendo molto caffè e molta acqua, quello sì. Qualche minuto dopo iniziai a sentire un forte odore di gomma bruciata, mista ad erba o a rami secchi. Uscii dalla cabina ed un'esplosione contenuta mi fece cadere con la schiena all'indietro. Urla femminili si avvicinavano verso di me. Aiuto, qualcuno ci aiuti. Dal buio sbucarono le sagome di Golda, Malika ed Indica Klimcko. Signor vicino, ci aiuti signore. Qualcosa è caduto dal cielo e ha fatto un solco nel terreno. Ha distrutto la casa del nostro cane e la piscina delle bambine. Adesso sta bruciando tutto. Signora io prenderò l’estintore mentre lei chiamerà i pompieri e la polizia. Potrebbe trattarsi di una scoria celeste, di un frammento di un meteorite o di un satellite. Indica chiese alla madre se questo potesse essere un segno del Signore per dire che il padre sarebbe tornato presto a casa. Indica a papà ci pensiamo dopo, le rispose Golda. Aiutiamo questo signore con la canna dell’acqua. Presi l’estintore ed iniziai a correre. Quello che vidi davanti era qualcosa di sconcertante. Un ammasso di fuoco, legno, erba, materiale ferroso ed i resti sparsi di un animale. Iniziai a spruzzare il liquido schiumogeno con l’estintore e il fuoco e l’odore iniziarono a placarsi. Le bambine buttavo secchi d’acqua e Golda continuava a spargere acqua sul luogo dell’incidente con pistola di un compressore. Arrivarono la polizia della contea e i pompieri. L’incendio era già stato sedato. L’area fu recintata e gli agenti iniziarono a fare le indagini ed a raccogliere prove. L’indomani si seppe che un satellite di una non meglio precisata nazionalità aveva urtato un corpo extra-terrestre, anche questo non meglio precisato (entità, dimensioni e perché). I frammenti colpirono dodici punti a terra in un raggio di cento venti miglia quadrate distruggendo proprietà, danneggiando scuole, fabbriche ed attività commerciali e facendo dodici morti. Undici persone adulte ed un cane, nella vecchia proprietà Figueroa. Alle undici di mattina ero pronto ad uscire per andare al centro commerciale dovrei avrei sostenuto il colloquio di lavoro. Scendendo le scale della cabina arrivò la Mercury dei Klimcko, che per poco non mi falciò. La macchina fece una brusca frenata. Fece una retro e si fermò a pochi centimetri dai miei piedi. Dalla portiera uscì un uomo oltre la quarantina. Sono arrivato appena ho potuto. Grazie per quello che ha fatto per la mia famiglia. Golda mi ha detto tutto. Mi presento: sono il Pastore Ebner Maria Klimcko.



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