martedì, maggio 26, 2015

stanza 112







Mi dica come l’ha vista uscire. Trucco pesante, a mezzo tra il fucsia e il nero, solita storia per la gente che viene qua, per questa parte di città. Appena entrata ha messo 20 pezzi nel juke box per assicurarsi almeno 2 ore di musica privata. Ha ordinato 2 birre e 2 bicchieri di rye e ogni ordine si è ripetuto per tutto il pomeriggio e la sera e la notte. Non dava segni di cedimento. Ho visto che aveva dei segni in faccia. Forse degli sfregi, delle percosse. Scorie del passato. E' il suo passato mi sono detto, se dovessi raccontare il mio. Aveva ciglia finte. Giocava con i bicchieri spostandoli e lasciando scie di acqua sul bancone. Umidità, condensa, un suo disegno. Ogni quarto d’ora ripulivo il tutto con lo straccio del jack daniel’s. Questo qua, vede. Per 12 ore non ha fatto una piega. Ha mangiato qualche arachide e qualche oliva. Ha guardato qualche uomo e l’ha deriso dicendo guarda questo coglione. Poi è entrato un uomo sulla quarantina ed hanno parlato fittamente, nelle orecchie. Lei faceva no con la testa e quando lui si è avvicinato troppo mettendo una busta sul bancone - niente che non avessi mai visto - lei l’ha preso per la gola e quando li ho visti ho pensato di chiamare la polizia. No vi ho chiamato perché subito dopo lui è uscito. Lei ha chiesto un margarita frozen alla pesca ed un gin liscio. Gin delle Canarie, lo conosce forse. Mandati tutto giù d’un fiato, entrambi. Ha tirato fuori un taccuino ed ha iniziato a scrivere dei numeri. Delle sequenze numeriche, credo. Verso le due le ho chiesto se fosse di qui. Lei è stata zitta. Venti minuti dopo mi ha detto ti sembro forse di qui. Intorno alle due e mezza è entrato un uomo dalla stazza enorme. Alto due metri, di sicuro oltre centocinquanta chili. Molto distinto, con un abito di sartoria. Ha mollato 200 pezzi sul bancone. Pago io per lei e se avanza del resto è per te, ragazzo. L’ho ringraziato. Almeno la metà era mancia, soldi per me, agente. Ho pensato di comprarmi un biglietto per il circo. Mia madre ha sempre lavorato nei circhi. E' morta da qualche mese, sa. L’uomo aveva una grossa barba, molto lunga come i capelli che andavano oltre le spalle. Odorava di tabacco ma non puzzava. Sapeva farci, di sicuro. Occhiali scuri. Ne ho vista di gente qui ma con questo mi sono detto di non fare domande e di chinare il capo ad ogni sua richiesta. Sono stati a bere un paio d’ore. Parlavano piano e per la maggior parte del tempo sono stati zitti. Fissavano la partita alla televisione. Alle 4 gli ho detto che dovevo fare le pulizie di chiusura del mio turno. Siamo un locale aperto 24 ore su 24, tutto l'anno. Lui mi ha messo altri 50 pezzi davanti dicendomi tu non ci hai mai visti. Non so perché a quel punto ho visto le sue dita pulite. Le mani della donna erano pulite, la carne era irritata e ritirata. Per tutta la serata erano state sporche di vernice. Quando sono rientrato dopo la pulizia del bagno esterno ho chiesto all’uomo se fosse tutto a posto visto che la portava fuori dal locale in braccio. Tutto bene ragazzo, si è solo addormentata. Sa, io non sono un liberale. Ho sempre votato conservatore. Lavora, tieni la testa e gli occhi a posto e farai strada. Questo mi diceva mio nonno, agente.















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