sabato, maggio 04, 2024

Chiamata da Paris, Arkansas




Ho ricevuto una chiamata da Parigi Ieri
niente di particolare, era un orso dell'Arkansas
una delle solite voci stanche stravolte

quelle voci animalesche
che si sentono quando si è suggestionabili
o quando si ha un contatto diretto con quello che sta al di fuori

diceva di avere fatto la guerra civile
racconta sempre la solita storia, tutte le notti
saltava sulle navi dei Confederati & li faceva a brandelli

io gli ho sempre creduto
non ho mai avuto bisogno di vedere le sue credenziali
è un vero orso dell'Arkansas (& chiama da lì, conosco il prefisso)

ma ridotto ai confini di una notte a credito
gli ho chiesto di non uccidermi
almeno per quest'ennesima volta

cerca sempre di azzannarmi
almeno al telefono
gli ho detto di fare il bravo

stai bravo, dai
per almeno per un'altra sera
poi ti lascerò libero

mia madre me lo diceva sempre
non credere mai alle donne
specie a quelle più vecchie di te

portano degli impermeabili di cera blu addosso
& una cintura bucata stretta al collo
& si alcolizzano di nascosto prima del patibolo

così l'esecuzione è una passeggiata
nessuno le ricorda
& la bottiglia mezza vuota se la prende un'altra

sabato è una festa di luce piena & benedetta
ma domenica è sempre così pieno di traffico
il giorno della domenica & per le strade diventa un disastro infernale

& se non te la cavi bene alla guida come tuo nonno
poi c’era la storiella della scimmia da Istanbul sul piano a coda
& non si sapeva mai che tipo di scimmia fosse

forse una nottambula pronta a cannibalizzarmi
appena ne avesse avuto voglia
in un sottopasso della Vecchia Central Station di LA

cosa volete che importa quando sei mezzo andato
ti cacci in una cabina telefonica & chiedi aiuto
&d hai appena attraversato il Paese

in meno di quattro ore
& se fossi morto magari ti meriti un funerale
già,  & se fossi mezzo morto, cosa ti meriti

non per forza una sepoltura
per quello ci vogliono altri soldi
i cd. risparmi di una vita, ecco per cosa si risparmia

se non per morire meglio
ritornando a quella telefonata da Parigi
una donna infelice &d infausta

che poi non era da Parigi ma era da Lisbona
in certe situazioni una capitale vale l’altra
è una maiuscola per una minuscola o viceversa

il letto è ancora caldo sudato umido imbrattato
di troppi sacramenti condotti
troppo sesso & polvere da sparo

nell’ultima nostra unica speranza rimasta
la speranza nella forza di rialzarsi
per un'altra amante, magari sdolcinata fino al disprezzo

manifestare per le strade - la paura non esiste
ogni libertà muore nell'appassire della disperazione
eccedi finché ti saranno rimaste le idee in testa & la dignità

una salvezza concessa a buon mercato arriverà sempre
un’intercessione ottenuta nella stagione dei saldi
sei stato la guardia di troppi destini svenduti

messo in disparte per la verità infedele di una nazione
inconcepibile per aver rotto troppi bicchieri nell’angolo
incomunicabile perché lì a provare le leggi eterne della fisica dei corpi

a proposito, scimmia, vedi di non chiamarmi di sabato, mai
io festeggio di sabato, sempre
il mio popolo ama le feste

è domenica che vado in crisi, c’è tutto quel traffico
vieni avanti per quello che sei
quella che ha sempre tremato sei stata tu

certo che era una delle ultime volte
che mi sarei fatto vedere in città
trovata la confessione scritta dal santo di turno sul bancone

poi catapultato con un pugno schiacciato di bigliettoni
ho messo subito su, li ho messi dentro
per il primo brano di Tom Waits che mi è capitato

la mia donna aveva preso a sembrare di un giallo scuro
che tipo di infuso stai bevendo cara, lei:
non è l’infuso, sono le pillole, non è la mia doppia personalità

oggi è lunedì & non è detto
che sia la peggiore giornata della settimana
parlane con quella bestia che teniamo in casa

domani rasati per bene
come facevi una volta
forse trenta anni fa

accendi la luce prima di addormentarti
parla con gli spiriti come fai di solito
poi fai dei versi nel sonno, comunica con l'oltretomba

mi sono rasato il petto il pube & la testa
ho iniziato a sudare & sanguinare per pietà
non è che potresti allungarmi qualcuna delle tue pillole

dai che scendo & vado a farmi un giro
sì dammene ancora almeno un po’ di quelle
certo che ti amo imprigionata in quel corpo

caro amore mio freudiano, cara carcassa decrepita
non credo negli uomini o nelle donne con gli impermeabili blu
non sono mica tutti Leonard Cohen il Signore del Giorno Dopo

sai cosa ti dico
è quello che volevi
vivere di continuo

in una casa infestata
dove riniziare di nuovo
& ancora & ancora

i nostri dannati film in bianco & nero
il mio studio il mio laboratorio il mio archivio
quel mostro da migliaia di libri che è la mia biblioteca

quella bestia mostruosa che è la mia testa
miliardi di parole milioni di ore
senza che possiamo definire la solitudine

ma è questo che volevamo
IL NOSTRO BEL CIRCO
con LA REGINA & IL RE DELLA MENZOGNA.










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